11 agosto 2008

Il modello classico

Nell’economia classica il sistema economico di un Paese è costituito da quattro settori:
  • le imprese;
  • le famiglie, ovvero i consumatori;
  • lo Stato;
  • l’estero;

che interagiscono mediante due mercati

  • il mercato dei prodotti (beni e servizi);
  • il mercato del lavoro;


Fig. 1


come rappresentato graficamente in fig. 1, in cui compare un altro elemento, il sistema bancario, che, come vedremo, svolge un compito di volano della moneta disponibile, attraverso il mercato della moneta.
La moneta, che è un bene convenzionale, rende possibile le transazioni nei due mercati in quanto ad ogni bene o servizio o prestazione lavorativa è associato un valore espresso in unità di moneta, detto prezzo.
Nella fig. 1 le frecce in senso antiorario tra i vari elementi del modello rappresentano esclusiva-mente flussi di moneta, che corrispondono a equivalenti flussi di prestazioni lavorative e di prodotti in senso inverso. Così, alle attività lavorative prestate dai membri attivi delle famiglie corrisponde il reddito (proporzionale al prodotto) che solo in parte raggiunge il settore delle famiglie sotto forma di retribuzioni nette. Una quota, sotto forma di tasse, imposte, tariffe e contributi alimenta il settore pubblico che in parte lo restituisce alle famiglie come trasferimenti (retribuzioni ai dipendenti pubblici, pensioni, sussidi di disoccupazione).

In realtà le cose sono più complesse: quando lo Stato è datore di lavoro e produttore di servizi dovrebbe configurarsi come una sorta di imprenditore presente sia sul mercato del lavoro che su quello dei prodotti. Le attività privatizzate, in effetti, confluiscono nel settore delle imprese.
Quanto percepito dalle famiglie (retribuzioni più trasferimenti) sarà da un lato speso nell’acquisto di prodotti (consumi) e dall’altro alimenterà il circuito bancario sotto forma di risparmio. Anche in questo caso, lo Stato può essere fortemente presente nel sistema bancario e finanziario, raccogliendo una parte anche considerevole del risparmio mediante l’emissione di titoli di credito.
Consumi delle famiglie, spesa pubblica ed estero confluiscono sul mercato dei prodotti e determinano la spesa complessiva per beni e servizi. L’ultima voce, la spesa estera, può essere sia positiva, se l’estero acquista nel Paese più di quanto i suoi abitanti acquistino all’estero, che negativa se avviene l’opposto.
Il settore produttivo è alimentato dalla spesa (e quindi ogni lira di un bilancio negativo con l’estero è una lira sottratta al mercato dei prodotti del Paese e quindi alle imprese nazionali) e dagli investimenti resi possibili dal risparmio (se tale risparmio va effettivamente ad alimentare investimenti produttivi e non invece a ripianare, con gli effetti catastrofici che ben conosciamo, passivi di gestione del settore pubblico).
Come si può facilmente verificare nella figura indicata, il sistema economico sarà in equilibrio solo se


RISPARMIO+CONSUMI+SPESA PUBBLICA+ESTERO = INVESTIMENTI+SPESA


e, siccome


SPESA = CONSUMI + SPESA PUBBLICA + ESTERO ,


allora,


INVESTIMENTI = RISPARMIO


è la condizione vitale per la sopravvivenza del sistema economico.
La spesa complessiva per prodotti è detta anche domanda:


DOMANDA = CONSUMI + SPESA PUBBLICA + ESTERO.




INDICE

IL MODELLO DI UN MERCATO

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