
ossia, sinteticamente, in simboli
AX = B .
Certamente non varrebbe la pena di prendersi il disturbo di usare i nuovi concetti che abbiamo appena introdotto, e quelli che illustreremo tra breve, solo per un sistema che qualsiasi studente di scuola media non dovrebbe avere difficoltà a risolvere con il metodo di sostituzione.
In realtà, l'utilità pratica di questi nuovi metodi algebrici appare evidente solo quando si devono affrontare sistemi con molte equazioni e molte incognite. Non tanto per un uso manuale, quanto per la possibilità di automatizzare i relativi calcoli e farli svolgere ai computer.
Sul piano teorico, questa nuova algebra ci fornisce i criteri per stabilire se un generico sistema di m equazioni lineari in n incognite ammette soluzioni e quante ne ammette.
Però, per rendere più agevole la comprensione di questi concetti, semplici, ma non immediati, li applicheremo, almeno inizialmente, a sistemi riconducibili a una interpretazione geometrica nel piano cartesiano. Ossia a sistemi di due equazioni in due incognite.
L'algebra lineare, in particolare le matrici di cui ci stiamo occupando ora, consente, come già detto in precedenza, di affrontare, oltre alla soluzione dei sistemi lineari, anche altri problemi di natura sia teorica che pratica.
***

come può essere agevolmente verificato anche per via algebrica.
L'insieme di tutte le rette passanti per P(1,2) costituisce un universo di rette che in geometria si chiama fascio proprio di rette con centro in P(1,2). Fascio proprio perché le rette si intersecano tutte in un punto.
Anche due rette parallele individuano un fascio di rette, tutte le rette parallele alle due rette date, che però prende il nome di fascio improprio perché esse non si incontrano o, come si suol dire, si intersecano in un punto all'infinito. Vedremo più avanti cosa questo significa per un sistema.
Tra tutte le rette che passano per P(1,2) ce ne sono due molto particolari, la retta
x = 1
e la retta
y = 2 .

Prima di proseguire è necessario introdurre un altro concetto: la combinazione lineare. Ce ne occuperemo subito.
- moltiplicando ambo i membri della prima equazione per 7 e quelli della seconda per 5, otteniamo le due rette
7x = 7 e 5y = 10,
che altro non sono che le rette di partenza, quindi passano per P(1,2) - sommando le due equazioni di partenza membro a membro
otteniamo la retta di equazione x + y = 3 che passa per P(1,2) e quindi appartiene allo stesso fascio
- sommando membro a membro le equazioni 7x = 7 e 5y = 10
otteniamo la retta di equazione 7x + 5y = 17 che, come si può verificare, passa anch'essa per il punto P(1,2).

L'operazione che abbiamo eseguito chiamasi combinazione lineare. In altri termini, dati due polinomi, per esempio
a(x + y - 3)+b(7x + 5y - 17)
L'equazione
a(x + y - 3)+b(7x + 5y - 17) = 0,
Possiamo concludere che:
mediante la combinazione lineare di due rette distinte dello stesso fascio si ottiene una retta appartenente allo stesso fascio.
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